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Breach – Incubo nello spazio, la recensione

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Breach – Incubo nello spazio. Fantascienza classica per un inedito con Bruce Willis e Thomas Jane. La recensione di Claudio Mattia Serafin

Esce direttamente in streaming (Sky, Amazon Prime Video, DVD e Blu-Ray Disc) l’inedito Breach – Incubo nello spazio, con (tra gli altri) Bruce Willis, Thomas Jane e Rachel Nichols.

Il film

Il contesto è realistico e non fiabesco: non siamo in altri mondi, ma nel nostro universo, anno 2242: la Terra è devastata da un virus incurabile (sic!).

Un’astronave denominata Arca trasporta trecentomila esseri umani dormienti, vegliati da uno staff operativo / militare / medico, verso un pianeta colonico denominato Nuova Terra. Il protagonista, un ragazzotto sprovveduto, ha una relazione con l’avvenente figlia dell’Ammiraglio (Thomas Jane, attore esperto in science fiction e pulp), la quale è rimasta incinta dell’amato. Il militare / suocero in questione per il momento riposa in sonno criogenico, in attesa di ricevere la lieta notizia.

Il giovane innamorato stringe una cameratesca amicizia con un inserviente alcolizzato (Bruce Willis) e con il medico di bordo (Rachel Nichols), e presto tutti quanti dovranno fronteggiare la scellerata azione di un traditore, incaricato di portare a bordo un esemplare di una razza aliena, dotato di poteri mimetici e infettivi.

Ha appunto inizio l’incubo, claustrofobico, ambientato nei corridoi della navicella.

Le fonti di ispirazione

È un film di fantascienza, fortemente contaminato dall’horror e da continue trovate narrative, anche distoniche e originali.

Inoltre, si tratta di una pellicola a basso costo, cui prestano il nome alcuni nomi big (peraltro in parte): pertanto, come tali, progetti simili vanno sempre valorizzati e incoraggiati, per non rimestare nel pur ottimo bacino dei recenti blockbuster da sala (Dune, Spider-Man, Matrix, Uncharted, e così via).

Gli snodi narrativi, come accennato, non sono scontati, e ricordano in questo senso la voglia di stupire (e di non accontentare il pubblico generalista) tipica della fantascienza degli anni Cinquanta o anche moderna (Dan Simmons), sia scritta (si celebrano in questi giorni i settant’anni dell’editoria di Urania, con apposita collezione in edicola) che cinematografica.
Colpisce la colonna sonora a cura di Scott Glasgow.

Buona visione.

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